Da Orune ai buchi neri
‘Luminosa e Splendente',
così doveva apparire la volta celeste a Chi, 3000 anni fa presso la fonte de su Tempiesu, rivolgeva il suo sguardo verso il cielo.
Una Luce proveniente dall’alto che con la sua potenza ti faceva flettere le gambe, reclinare la testa all’indietro e portarti in uno stato di abbandono passivo tale da permettere a questa Forza invisibile e inafferrabile, di penetrare all’interno del tuo corpo.
Questo stato di estasi, di alterazione, lo si legge osservando il bronzetto offerente-cantore di Orune trovato nel nuraghe Santa Lulla che domina dall’alto il tempio de su Tempiesu ora custodito presso il museo archeologico di Nuoro.
Alto 16,5 cm, con i piedi ancora inglobati nel piombo di infissione, con lo sguardo rivolto non verso il mondo degli uomini, ma verso quello splendore, quella luce dal cielo capace di penetrare nel suo corpo deformandolo. Il suo corpo è ricettivo, occhi, naso, orecchie, capezzoli, ombelico segnati da doppi cerchi sono pronti e protesi a ricevere, come delle piccole antenne, quei segnali che arrivano dal cielo.
La stessa bocca da cantore sembra accompagnare con un interminabile OM gutturale quest’armonia attorno e dentro di Lui.
Chissà se le stesse sensazioni le abbia provate anche l’astrofisico orunese Ciriaco Goddi che da bambino, come il personaggio del bronzetto, quelle zone frequentava, e ancora si emozioni scrutando i cieli a caccia di buchi neri.

