
Presso la villa di Livia Drusilla, moglie di Ottaviano Augusto, nella via Flaminia a Roma, ho individuato alcuni cespugli di canna mascu (Arundo Pliniana); alcune fortuite coincidenze mi hanno suggerito una suggestiva ipotesi su chi abbia piantato queste canne così rare e indispensabili per la costruzione delle Launeddas.
Il sardo Tigellio , considerato un vero proprio "magister tibicinorum", fu musico, cantore e poeta sia alla corte di Gaio Giulio Cesare e sia alla corte di Ottaviano e sua moglie Livia; egli raggiunse i più alti livelli di popolarità e successo tali da essere ammirato e apprezzato sia dai potenti che dagli altri ceti sociali, ma anche di attirarsi pericolose inimicizie di famosi personaggi quali Cicerone, che verso i sardi nutriva un'antica avversione tale da definirlo " bellum tibicinum et sat bonum untorem", o l'invidia di Orazio che lo considerava uno scomodo rivale.
Roma brulicava di artisti provenienti dai territori conquistati, ma il sardus Tigellio era una vera e propria "star", benvoluto sia dai potenti come Cesare e Cleopatra o Augusto Ottaviano e sua moglie Livia e sia dalle masse popolari; secondo una suggestiva ipotesi dell'amico Sergio Congia, autore del libro "Tigellio cantore dei due Cesari", il musico sardo riuscì a ritagliarsi tutto quel successo, grazie al fatto che si esibisse dando fiato al magico strumento a tre canne, LE LAUNEDDAS, modulandolo a piacimento, a ritmo di danza o di melodica armonia, quale nessun altro suonatore di tibia o di àulos sarebbe stato in grado di fare.Con un pò di fantasia, ho immaginato che quei cespugli di canna mascu ai piedi della villa di Livia, fossero stati piantati da Tigellio, che quella villa certamente frequentava, per costruire le sue Launeddas che tanto successo gli diedero.


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