A Nuoro nella casa di Grazia Deledda (1871-1936), premio Nobel letteratura 1936,
le canne servivano anche per l'affumicamento e conservazione del formaggio

Nel romanzo "Canne al vento" del 1913, le canne compaiono ben 32 volte, a volte tremano, bisbigliano, sussurrano, mormorano o gemono come anime in pena, altre volte frusciano e si piegano con tale violenza come se combattessero una battaglia; o ancora nel rapporto di similitudine tra la condizione delle canne e la vita degli uomini: "Perché la sorte ci stronca cosí, come canne?— Sí, — egli disse allora, — siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la sorte è il vento.
— Sí, va bene: ma perché questa sorte?
— E il vento, perché? Dio solo lo sa."
Da una novella di Grazia Deledda
La nascita delle Launeddas
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